L’Isola di Ortigia è la parte più antica della città di Siracusa. Grande appena un chilometro quadrato,
fatta di una roccia particolare ricca di fratture naturali, di sorgenti, di grotte sotterranee.
Ricca di templi dedicati alle divinità greche come quello di Artemide, protettrice dell’Isola, quello di Apollo – il più antico di Sicilia – e quello di Atena, oggi inglobato nel complesso del Duomo. Di facciata barocca, il Duomo è considerato il primo tempio Cristiano d’Italia, di Sicilia e d’Occidente, ma la storia di Ortigia risale ancor prima della colonizzazione greca; resti di antiche capanne circolari fanno pensare che fosse la dimora scelta dai Siculi già nel XIV secolo a.C.
D’epoca medievale, è invece il Castello Maniace. Sorto probabilmente sui resti delle mura greche, questo castello, fortemente voluto da Federico II di Svevia, si dice abbia preso il nome dal condottiero Giorgio Maniace, che pensò di far costruire il maniero a difesa del Porto: importante crocevia non solo commerciale ma anche militare, e dunque luogo di difesa e minaccia.
Costruito all’inizio del Duecento, alla fine del secolo venne assaltato ed espugnato durante i Vespri e ospitò nel 1321, la prima seduta del Parlamento Siciliano. Fu poi sede della Camera Reginale come dono di Federico III d’Aragona per la consorte Eleonora d’Angiò. Nel 1540 vi prese alloggio l’ammiraglio Andrea Doria durante la spedizione organizzata da Carlo V contro i Musulmani. Subì gravi danni a seguito dell’esplosione della polveriera, che caratterizzò l’inizio della sua storia settecentesca; durante il periodo napoleonico venne dotato di cannoni e riadattato a costruzione di difesa durante il periodo borbonico, e fino alla Seconda Guerra Mondiale.
Impossibile passare da Ortigia e non visitare anche Palazzo Vermexio. Edificio seicentesco realizzato come sede della Camera Reginale, oggi ospita gli uffici del Sindaco e del Municipio di Siracusa