Alla scoperta del diamante tra naturale e sintetico

 

COS’È UN DIAMANTE

Non mancano i superlativi quando si parla del diamante: è il più bello, il più duro, il più lucente e forse il più affascinante tra tutti minerali. È anche tra i più rari. Tutto ciò contribuisce a renderlo una delle gemme più pregiate e più sognate.

Ma è necessario conoscerlo per apprezzarlo.

Ad una prima analisi la sua composizione potrebbe trarre in inganno per la presenza del carbonio, che è un elemento chimico piuttosto comune sulla superficie terrestre dove è sempre combinato con altri elementi, mentre nel caso del diamante è purissimo. Se anche avessimo la possibilità di andare nelle viscere della terra, dove il carbonio non è combinato incontreremmo solo carbone e grafite. Ci renderemmo subito conto che, affinché si formi il diamante, devono verificarsi condizioni eccezionali che non sono presenti in superficie e nella crosta terrestre. Occorrono, infatti, pressione e temperature altissime possibili solo a grande profondità, verso il centro del nostro pianeta.

Nonostante ciò, la ricerca industriale, abbinata allo sviluppo della tecnologia, ha dimostrato in tempi recenti che, giocando con temperatura e pressione si può creare un diamante di sintesi

DIAMANTI NATURALI E SINTETICI

I Diamanti Naturali e i Diamanti Sintetici sono due prodotti completamente differenti con due proposte di valore sia economico, sia culturale estremamente diverse.

Il diamante è un minerale raro e prezioso, prodotto dalla natura e il termine “diamante” da solo può essere usato esclusivamente per un diamante naturale.

Il diamante sintetico è un prodotto artificiale che ha essenzialmente le stesse caratteristiche fisiche del diamante, ma è prodotto industrialmente in una fabbrica.

In genere si ritiene, a torto o a ragione, che le pietre sintetiche siano dei falsi. Eppure i diamanti sintetici sono dei veri diamanti, potremmo dire dei veri falsi. Spieghiamoci: una gemma sintetica ha per definizione la stessa composizione chimica e la stessa struttura atomica della gemma naturale equivalente. La differenza risiede nel fatto che la pietra sintetica non proviene da una miniera ma è stata creata in un laboratorio, costruendola atomo per atomo, grazie ad opportuni processi di crescita cristallina. Un diamante sintetico è dunque un vero diamante perché ha le stesse proprietà fisiche e chimiche del diamante, ma è anche un falso poiché non è naturale ma proviene dall’industria.

I diamanti di origine naturale sono stati scoperti per la prima volta in India più di 4000 anni fa, ma la loro età è molto antecedente. I cristalli di diamanti si sono formati in modo continuativo per un periodo di ben 2.300 milioni di anni (vale a dire da 3.300 a 990 milioni di anni fa) un tempo corrispondente a circa la metà del periodo di formazione della Terra. Formatosi nelle più remote profondità della terra, tra i 120 ed i 780 km, in quel laboratorio naturale chiamato mantello, il diamante è uno dei pochi minerali che abbia potuto risalire verso la superficie attraverso il magma delle eruzioni approfittando di svariati compagni di viaggio, in primis della kimberlite, e le piccole inclusioni, che talora si trovano al suo interno, ci raccontano la sua storia e la storia del nostro pianeta permettendo ai geologi di comprenderne l’anatomia. Un cristallo le cui caratteristiche fisiche e ottiche, una volta estratto, vengono ulteriormente esaltate grazie alle capacità dei tagliatori che contribuiscono a rivelare la sua unicità

Il diamante sintetico viene prodotto in tempi abbastanza rapidi, 3-5 giorni, in molte aziende sparse per il mondo. Basti pensare che solo in Cina e nell’area del sud asiatico sono presenti oltre 3000 aziende la cui tecnologia permette la creazione nei propri laboratori di gemme sintetiche. È, Trattasi a tutti gli effetti, di un mero materiale industriale privo del fascino e della storia di un diamante di origine naturale.

Nel tempo i diamanti naturali hanno conservato un valore duraturo per il loro carattere di rarità e unicità e sono diventati un simbolo insostituibile di amore e impegno di fedeltà.

La loro rarità è legata al fatto che solo il 15% dei depositi delle rocce in cui si ritrovano (kimberlite e lamproite) contiene diamanti. La maggior parte dei diamanti estratti proviene da depositi di kimberlite, scoperti decenni di anni fa, e perciò i diamanti naturali di grandi dimensioni e di alta qualità sono sempre più rari.

“Delle circa 50 miniere attive oggi, una ventina chiuderanno entro la fine di questo decennio (2030) e soltanto 14 miniere saranno ancora attive dopo il 2040.”

La produzione di diamante sintetico è, invece, aumentata notevolmente negli ultimi anni e i costi di produzione sono conseguentemente diminuiti. Si stima infatti che all’ingrosso siano diminuiti di due terzi nel 2020 e continueranno a scendere, come è avvenuto per altri prodotti tecnologici, grazie al progresso della tecnologia. I diamanti sintetici sono quindi prodotti in serie, non sono rari, né unici come i diamanti naturali.

Sfortunatamente i diamanti sintetici non sono riconoscibili e distinguibili ad occhio nudo dai diamanti naturali, ma esperti gemmologi, utilizzando strumentazione avanzata, potranno fornire un documento di analisi gemmologica che attesta la naturalità del vostro diamante o identificherà il diamante sintetico.

Nell’estrazione dei diamanti naturali è assolutamente minimizzato l’impatto ambientale attraverso la conservazione della biodiversità e la protezione della fauna selvatica del luogo di estrazione. È inoltre controllata l’emissione di CO2: le emissioni di gas ad effetto serra per i diamanti naturali sono in media significativamente inferiori rispetto ai diamanti sintetici.

Ci sono progetti per ottenere miniere ad emissioni Zero, che utilizzano la roccia kimberlitica per catturare la CO2 dell’aria.

L’acqua utilizzata per l’estrazione del diamante è per più dell’80% riciclata.

La produzione del diamante sintetico, come qualsiasi attività produttiva, comporta un consumo di energia, una emissione nell’atmosfera di CO2. I produttori di diamante sintetico affermano spesso che i loro prodotti sono etici, sostenibili e ecologici senza però offrire alcuna prova, senza una certificazione proveniente da enti terzi circa la effettiva sostenibilità e eticità.

L’estrazione del diamante naturale, il suo taglio, la sua lavorazione in gioielli sostengono economicamente milioni di famiglie nel mondo.

Il protocollo di Kimberley (Kimberly Process) garantisce che il 99,8% dei diamanti naturali proviene da Nazioni Conflict Free, nel pieno rispetto dei diritti umani.

 

 

A Cura della Commissione Diamante di Federpreziosi Confcommercio Imprese per l’Italia

Salvo Ciulla – Vice Presidente Assorafi Federpreziosi Confcommercio Palermo – Gemmologo

Luigi Cosma –  Presidente Borsa Diamanti d’Italia

Rinaldo Cusi-  Presidente Associazione Italiana Gemmologi

Marilena Midolo – Presidente Federpreziosi Confcommercio Siracusa – Gemmologa

Daniele Oldani – Presidente categoria dettaglianti Associazione Orafa Lombarda

Maurizio Piva – Vice Presidente Associazione Orafa Lombarda – Presidente categoria pietre e Consigliere Borsa Diamanti d’Italia

Loredana Prosperi – Direttore e Responsabile del Laboratorio di Analisi dell’Istituto Gemmologico Italiano

Andrea Sangalli – Vice Presidente Federpreziosi Confcommercio – Presidente Associazione Orafa Lombarda

Silvia Straulino – Vice Presidente Federpreziosi Confcommercio Roma – Gemmologa

Steven Tranquilli –  Direttore Federpreziosi Confcommercio

In collaborazione con IGI Istituto Gemmologico Italiano – Borsa Diamanti d’Italia – Associazione Italiana Gemmologi

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